. L'anima di Milano. Canti di vita e di gloria. Quadretti rusticani. laboriose maniCurvo alzerà lagricola fedel. Ave, o formosa, tu; ave, o possente.Che attraggi e smagli più che fulgidor.Io sento e adoro Te, nume presente.De lanima universa alitator. A TEATRO ^a superba mondana,Il biondo capo eretto,Da laureo palchettoSfolgoreggia sovrana. Con magnifica audaciaLa bellezza opulentaDe le sue forme ostenta,Che il freddo lume bacia De le lampe occhieggiantiE dardeggian le milleDesiose pupilleDi giovini galanti, Di vecchi insatiriti.Cui nel desio proterviVibrano i lassi nerviAi male accesi inviti.
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. L'anima di Milano. Canti di vita e di gloria. Quadretti rusticani. laboriose maniCurvo alzerà lagricola fedel. Ave, o formosa, tu; ave, o possente.Che attraggi e smagli più che fulgidor.Io sento e adoro Te, nume presente.De lanima universa alitator. A TEATRO ^a superba mondana, Il biondo capo eretto, Da laureo palchettoSfolgoreggia sovrana. Con magnifica audaciaLa bellezza opulentaDe le sue forme ostenta, Che il freddo lume bacia De le lampe occhieggiantiE dardeggian le milleDesiose pupilleDi giovini galanti, Di vecchi insatiriti.Cui nel desio proterviVibrano i lassi nerviAi male accesi inviti. Ella regna fataleEsca a gìindomi sensi, Strazio dincliti censi.Opimo fior del male. Candor di gioventìi?:Antiche ubbie... Che importaSe la virtude è morta?È sciocca la virtù. - 56 - Ella che non sarrende, Soffoca impulsi e brame, Spasima e muor di famePerò che non si vende. Mentre che, a danno e insultoDe luomo, si profondePer le leggiadre immonde, Chhan laudi impero e culto, Quelloro che la manoDi fabro umìl produce, Loro che prezzo e luceÈ di sudore umano.. LEMASCHERE Disegno di R. PAOLETTI / Off.Tiro LITO«R.I.«.AiB».-MIUAN LE MASCHERE e fori garrule strepearr le maschereUn dì, le gaie le biricchineItale maschere, nate a la comicaArte, de scenici palchi regine. Di tra la folla guizza Arlecchino:Di Val Brembana egli è venuto, Ha cuore fervido, cervello fino, Se pelle ha grossa, viso sparuto. Se a screzi, a toppe è la-sua vesta, Tutta dun pezzo lanima puraDal cor gli scatta, la gamba è lesta.Né de gli sdruccioli sente paura. Come il suo mestolo gira la linguaFranca e pepace; buon armeggione.Dastuzie gioca, raggiri e trappole.Sempre filosofo, benché buffone. Frizzi ed argute rime sa spandere.Sempre chei miri coglie nel segno.La sorte in mano gli diede il mestoloE la sua logica sente di... legno... Vien Meneghino con la sua CeccaE la sua larga cera ambrosiana.Non mai 1 buon senso gli fa cilecca.Sempre il buon cuore la man gli spiana. - 58 — De la sua zazzera ama il